un pomeriggio di fronte al carcere…

Come minoranza di uno, ci sentiamo in dovere di sollevare e sviscerare meglio la questione del presidio solidale tenutosi davanti al carcere del Coroneo il 16 novembre.
Come spesso accade,in questi contesti Trieste Prima (giornalino on line) esce con notizie false e pregiudicanti ancor prima d’aver fonti e informazioni certe e attendibili, tanto che inizialmente puntavano il dito contro il gruppo anarchico germinal come promotore di un intervento fatto ai danni dei due poliziotti caduti durante un’apparente sequestro d’armi da parte di un ragazzo fermato precedentemente.
Come infatti poi smentiti dalla stessa digos
L’intervento fatto era all’interno di una lettera scritta da un nostro compagno ora rinchiuso in carcere,quindi tutta la teatralità politica di una specifica area cittadina ci fa ridere, visto che non ci risulti il reato d’opinione.
Quindi quello che è stato letto è e resta un pensiero che piaccia oppure no.
La cosa grave sono invece le restrizioni imposte per la prima volta prima di un presidio anticarcerario.
Facciamo una premessa, magari inutile ma non scontata per chi vuole realmente sapere i fatti.
In primis un divieto assurdo di non sostare sul marciapiede nella zona della fermata della tt per motivi di sicurezza (come se qualcun avesse mai pensato di bloccare o boicottare il passaggio dei bus).
Poi il divieto di sostare davanti un locale (in quell’orario chiuso) per non danneggiare le sue entrate economiche.
La scelta incondizionata di relegarci davanti gli uffici della penitenziaria in modo da non interagire e vedere i detenuti rinchiusi all’interno, come se non bastasse l’indifferenza dilagante della civile popolazione.ma torniamo allo scandalo suscitato dalla lettera.
Non si è detto nulla di offensivo, ssemplicemente si è rimarcato il fatto che i due caduti sono stati elogiati a dispetto di altre morti sul lavoro banalmente perché indossavano una divisa e quindi tutori di un’ordine sociale che secondo noi non giustifica violenze abusi e porti d’armi.
Riteniamo che siano solamente due sacchi neri in più nel grande mondo del lavoro.
D’altronde la loro scelta non era scontata dunque sapevano ai rischi connessi per il loro lavoro da mercenari.
Nessuna lacrima certo, come non piangiamo altre persone morte, sarebbe ipocrita e svilente far finta che ci importi qualcosa, tanto più visto le nostre posizioni radicali verso la società in cui sopravviviamo.
Quindi massima solidarietà alle compagne e compagni che incapperanno nelle maglie della giustizia democratica borghese per un semplice stravizio del politicante fascista di turno.
Se toccano un* toccano tutt*.

qui invece il link il comunicato del Collettivo Tilt e di altre realtà di Trieste

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