Questa nostalgia di un tempo che,forse,non c’è mai stato, di quando mi guardavi e assieme a pieni polmoni ci immergevamo fino in forndo nel più felice dei nostri sentimenti.
ricordi?
tutti i sacrifici, gli schiaffi le ragioni del torto ci passavano oltre senza sporcarci perchè eravamo sicuri che un giorno sarebbero finite.
ti manco?
non piangere ti prego,io non ci sono e purtroppo non posso fare altrimenti,se avessi ancora voce ti urlerei di smetterla di tormentarti e di guardare dritto negli occhi del nemico,quel nemico subdolo e invisibile che è dappertutto e perciò da nessuna parte.dritto negli occhi senza mai abbassare lo sguardo,perchè noi non abbiamo nulla di cui vergognarci,nulla per cui sentirci in colpa.
pagheranno un giorno forse troppo lontano e non ci darà nessuna soddisfazione vederli cadere,perchè sarà sempre troppo tardi,ma potremo immaginare un futuro meno crudele di questo presente fatto di privazioni e sottomissione.
io non sono nessuno,ma so che ti manco.
manco a molti di voi,come molti di voi mancano a me,come mi manca la vita.ma sono felice di incendiare di rabbia i vostri respiri e so che non sarà inutile perchè vale almeno la pena provarci,vale almeno la pena avere una possibilità,vale almeno la pena caricare di orgoglio i nostri polmoni.e che si alzi il sipario.

Con le ultime rivolte oltre oceano, abbiamo sperimentato come a duecento anni di distanza la giustizia e il manico del coltello continuano a stare sempre dalla parte del potere e mai dalla nostra.
Il caso di George Floyd è uno tra i mille casi che conosciamo, pari sicuramente a tutti quelli che non fanno notizia o non entrano per facili combinazioni nel grande carrozzone delle rivolte dal basso.
Ora, tutti e tutte a gridare a gran voce per il movimento blm, perché sappiamo bene che è più facile guardare lontano una città in fiamne, piuttosto che essere i fautori di tale incendio.
Ricordiamoci pure i nostri morti per colpa dello stato e che mai avranno una reale giustizia.
Le liste dei caduti le lasciamo tranquillamente a chi con tono tronfio o all’occorrenza petulante parla attraverso le telecamere dimostrandoci una volta di più che la loro realtà,
non è la nostra realtà.
Poco tempo fa nel carcere di Modena i mostri che avreste dovuto tenere a bada hanno ammazzato altri mostri, quelli delle periferie. L’omertà di tutti gli apparati verso questi omicidi è una chiara intenzione di guerra verso gli ultimi,che siano detenuti/e clandestini/eo compagni e compagne, disabili, o fasce deboli come infanti o anziani.
Quindi ora ci domandiamo se serva realmente guardare così lontano per avere esempi di abusi per acutizzare il nostro dolore e la nostra rabbia oppure, visto pure il momento ci desteremo e cercheremo di capire come uscire da tutto questo, magari guardando una città in fiamme ma non solo su uno schermo, ma con un bagliore negli occhi.

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